2017/03/01: Nei confronti del Vangelo siamo dentro una irregolarità moltiplicata

Arcivescovo Edoardo Menichelli

Arcivescovo Edoardo Menichelli


MERCOLEDI’ DELLE CENERI
(Gioele 2,12-18;Sal 50/51,3-6.12-14.17; 2 Cor 5,20-6,2)
CATTEDRALE S. CIRIACO – Ancona
Carissimi, noi sappiamo che con questa liturgia semplice e austera che stiamo celebrando e vivendo, noi iniziamo il tempo quaresimale e so anche che ognuno di noi nella propria responsabilità spirituale personale saprà e vorrà celebrare la Quaresima nella verità della fede.
Oggi durante questo sacro rito noi dobbiamo fare un atto di coraggio, qual’è questo atto?
Far risuonare nelle nostre orecchie la parola, allora proclamata in Galilea da Gesù, quando egli disse:
“ Il tempo è compiuto! Il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo”  questa espressione fra poco la ripeteremo anche noi, nel momento in cui verranno imposte sul nostro capo le ceneri, quasi a mitigare un poco l’altra espressione: “ Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai.”
La Quaresima certamente non sta nell’una o nell’altra formula, ma sta piuttosto nel senso che ognuno di noi vuol dare a questa parola, a questo tempo.
Nella nostra vita liturgicamente facciamo l’Avvento e poi la Quaresima e poi altri tempi liturgici, ma tutta la nostra vita è un avvento, aspettiamo Lui, ed è una quaresima, dobbiamo convertirci, voglio dire che la quaresima non è un tempo di quaranta giorni, ma è tutta la vita.
In questo periodo incontriamo spesso la parola ‘deserto’ “Gesù fu condotto dallo spirito nel deserto…”, fra i sacerdoti a qualcuno viene voglia di abbandonare la parrocchia per andare a fare “deserto”, ma non è così, il deserto evangelico ed il tentatore che sta nel deserto hanno mutato aspetto.
Avete mai visto un deserto? Ci siete mai stati? Non c’è nulla.
Avete visto mai il tentatore? No allora per fare bene questa Quaresima occorre rendersi conto che il deserto e il tentatore, che ha incontrato Gesù, hanno cambiato aspetto.
Com’è il nostro deserto?
Occorre rendersi conto che il nostro deserto non è più silenzioso, vuoto; il nostro deserto è pieno di chiasso, è ricco, è stravagante, è carnevalesco, è pieno di gente arrabbiata, invadente, è popolato di ingiustizie, di rabbia.
Il tentatore com’è oggi?
Ti offre sempre la sicurezza, ti accarezza con le sue cose, ti consiglia ogni licenza (puoi fare tutto), il deserto e il tentatore oggi hanno cambiato aspetto, stanno tra noi sotto veste diversa.
Che cosa dobbiamo fare allora?  Dentro questo deserto che abitiamo, che è chiassoso, ma nel quale ci stiamo dentro, dobbiamo sforzarci, ecco la Quaresima, di strutturare dentro noi una conversione spirituale che mi faccia celebrare l’esistenza nell’orizzonte biblico. Quelli possono fare quello che vogliono, ma se ci crediamo dobbiamo strutturare la nostra vita nella convinzione spirituale e nella esistenza dell’orizzonte biblico.
Dobbiamo sapere che per noi stare in questo deserto dentro queste tentazioni è un luogo di combattimento, tutti i giorni siamo chiamati a questo combattimento quotidiano con il tentatore.
Dentro questo deserto dobbiamo misurare la nostra fedeltà a Dio, recuperare l’essenziale, entrare dentro una regola austera e gioiosa ad un tempo, piena di libertà.
Dobbiamo riscoprire dentro questo deserto il nostro limite, la nostra verità di tempo; dentro questo deserto dobbiamo avere il gusto per le parole del silenzio, dobbiamo essere capaci di farci, dentro di noi, il silenzio.
Dobbiamo renderci conto che questo deserto è il tempo della preghiera e di conseguenza restare nel tempo paziente di Dio.
Voglio allora consegnarvi una parola: non fate della Quaresima delle ‘botte addosso’, se uno le vuole fare, chieda al proprio confessore, al proprio direttore spirituale, il cilicio mettetevelo se ve lo consiglia il vostro confessore!
Io vi invito a celebrare una quaresima pasquale.
Che cosa voglio dire? Una Quaresima dove non abitano l’ansia e l’affanno, ma abitano verità e sapienza!
Mi sembra necessario che noi ci collochiamo davanti al Signore Gesù la nostra salvezza, il nostro amore,e la nostra fede.
Se il Regno è Lui chiede conversione e ogni discepolo di Gesù si deve misurare su di Lui, quale criterio unico a sostegno del cambiamento.
Perché il problema vero è quello di verificare se siamo cambiati veramente dentro.
La Quaresima tempo favorevole per un cambiamento per un esito fruttuoso della potenza rigenerante dello Spirito di Dio, dobbiamo verificare, come dice S. Paolo, se abbiamo lo spirito di Cristo.
Allora vi consegno tre brevi idee.
La mia colpa, massima colpa la devo fare riconoscendo che io sono davanti alla misericordia amante che mi toglie dalla morte e dalla opacità delle cose e dalla autonomia che genera l’infedeltà e della mia infedeltà che nutre l’autonomia. Allora facciamoci questa domanda: Signore Gesù tu sei misericordioso e mi ami, ma io ti conosco?
Facciamo un proposito: avere in casa il Vangelo e leggerlo, da stasera per credere in lui occorre conoscerlo, sarei contento se durante la Quaresima leggessimo tre capitoli del Vangelo di Matteo (5° – 6° – 7°) un poco per volta, 1 minuto e poi ci riflettete.
Vorrei che facessimo tutti la Quaresima per non essere irregolari, quella coppia irregolare, sposati 6 volte, e noi stiamo con il microscopio, ma io e voi siamo irregolari?
Vi leggo tre versetti del capitolo 15 di S. Giovanni: Gesù che fa questa grande esortazione prima di essere crocifisso e dice: “Amatevi gli uni e gli altri come io vi ho amato, voi sarete miei amici se farete ciò che io vi comando” siamo irregolari? Si o no? Anche all’interno dei matrimoni regolari si amano?
L’irregolarità non è tanto rispetto alle leggi, che pure ci sono, ma è rispetto al Vangelo, noi siamo dentro una irregolarità moltiplicata. Allora c’è urgenza di recuperare, quello che io chiamo, una vera comunione di discepoli di Gesù. Sarà possibile? Lo spero!
Qui voglio fare una osservazione: in questo tempo anche noi vescovi non siamo segno di buona testimonianza nei vostri confronti, c’è qualcuno che dice bisogna difendere la verità, avete sentito per caso il vostro vescovo dirvi una cosa non vera secondo il Vangelo? No!
Prendono la verità come una spada, se cedi bene altrimenti all’inferno! No, la verità del Vangelo, che Gesù ha proclamato, non è un randello per punire gli altri, la verità è un dono per verificare la mia conversione.
La Quaresima nell’esercizio del dono. Ci siamo appropriati di tutto, dentro questa nostra testa c’è un’idea: pensiamo che tutto sia nostro, pensiamo che tutto sia in nostro possesso e per nostro uso, anche la vita.
Figlioli non condannate nessuno, ma attento: chi vuole fare la scelta che è stata fatta in questi giorni (riferimento al caso di dj Fabo) in definitiva che dice? Dice che sono padrone della mia vita; mi dispiace ricordarlo, sono convinto che chi ha scelto di morire in quel modo ha visto il Signore misericordioso, ma la vita non è nostra!
Se la vita fosse nostra perché non ci siamo fatti meglio di come siamo?
Perché spendiamo tanti soldi per farci esteticamente più simpatici e poi ci guardiamo allo specchio e siamo come prima?
Tutto quello che abbiamo ci ha fatto perdere l’essenziale.
Quello che io ho chiamato la Quaresima pasquale ci invita anche ad oltrepassare il tempo e a meritare la beatitudine di cui parla Matteo al capitolo 25 e questa benedizione finale “venite benedetti…”si costruisce ora attraverso l’esercizio generoso del donare e questo esercizio passa per il ritorno alla sobrietà.
Vi ho prospettato queste tre strade: il mea culpa – la verifica della fede; l’irregolarità – per verificare se siamo in regola con il Vangelo (amiamoci come Gesù ci ha detto) – vivere la vita come dono verso tutti.
Amen!
†  Edoardo Arcivescovo
(Il testo dell’ omelia è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’ autore )