Ritiro del clero con Mons. Bulgarelli: «Evangelii Gaudium fondamento del nuovo Direttorio per la catechesi»

Ritiro del clero online

Evangelii Gaudium, catechesi kerigmatica e catecumenato sono tre temi importanti nel nuovo Direttorio per la catechesi, redatto dal Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione. Su questi tre temi si è concentrata la riflessione di Mons. Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale, durante il ritiro del clero che si è tenuto online giovedì 25 febbraio. Questo è il secondo appuntamento con Mons. Bulgarelli sul nuovo Direttorio per la catechesi, dopo quello che si è svolto, sempre online, giovedì 11 febbraio.

Dopo la preghiera iniziale guidata dall’Arcivescovo Angelo Spina, Mons. Bulgarelli ha ricordato che il nuovo Direttorio «è uno strumento universale, cioè vale per la Chiesa intera, non solo per quella italiana. Inoltre cerca di dare una direzione verso la quale tendere e ricorda il fine della catechesi». Tre, dunque, i temi presenti nel nuovo Direttorio, su cui Mons. Valentino Bulgarelli ha riflettuto oggi con i sacerdoti, i diaconi e i catechisti dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo.

1.Evangelii Gaudium come fondamento stabile del Direttorio

«Evangelii Gaudium è il fondamento su cui il Direttorio è saldamente radicato – ha spiegato Mons. Bulgarelli – ciò significa che è importante conoscere l’esortazione apostolica di papa Francesco, figlia del sinodo sulla nuova evangelizzazione. Evangelii Gaudium è anche la chiave di lettura per capire Amoris laetitia, Laudato si’, Gaudete et exsultate e Fratelli tutti. Una lettura attenta di questi testi ci riconduce alla vera fonte che è il Concilio Vaticano II. Il volto di Chiesa che viene tratteggiato nell’enciclica Evangelii Gaudium cozza con alcun pratiche che ancora mettiamo in campo. Quindi alcune prassi pastorali-catechistiche che sono riconducibili al secolo scorso, devono essere aggiornate».

2.Catechesi kerigmatica

Mons. Bulgarelli ha spiegato che il nuovo Direttorio propone con enfasi la catechesi kerigmatica e anche qui il punto di partenza è l’Evangelii Gaudium (164), in cui si legge: “Nella catechesi ha un ruolo fondamentale il primo annuncio o “kerygma”, che deve occupare il centro dell’attività evangelizzatrice e di ogni intento di rinnovamento ecclesiale. Quando diciamo che questo annuncio è “il primo”, ciò non significa che sta all’inizio e dopo si dimentica o si sostituisce con altri contenuti che lo superano. È il primo in senso qualitativo, perché è l’annuncio principale, quello che si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi in una forma o nell’altra, in tutte le sue tappe e i suoi momenti. Non si deve pensare che nella catechesi il kerygma venga abbandonato a favore di una formazione che si presupporrebbe essere più solida. Non c’è nulla di più solido, di più profondo, di più sicuro, di più consistente e di più saggio di tale annuncio”.

«La fede presentata attraverso una catechesi di tipo kerigmatico – ha continuato – non è qualcosa che è distante dalla persona, o che appartiene al passato, ma è un evento che tocca gli esseri umani all’interno della stessa realtà che stanno vivendo. È ciò che papa Francesco scrive nell’Evangelii Gaudium al numero 169, quando descrive il tema dell’accompagnamento. L’altro è un terreno sacro, mi devo fermare tutte le volte che è necessario e devo ripartire da lui. È importante rileggere anche le istanze formative con questa capacità di dare attenzione e ascolto all’altro e alla realtà. Quindi, quando il Direttorio evoca la catechesi kerigmatica, ci dice di presentare Gesù come Dio con noi, che cammina con l’umanità, non per condannarla o giudicarla, ma per offrire misericordia, riconciliazione e una possibilità di ripartenza. Una delle cose più belle è avere una seconda possibilità, Gesù continuamente genera e rigenera».

3.Il Catecumenato

Il catecumenato come processo di iniziazione cristiana si propone come modello su cui si proiettano e si mettono in atto tutte le diverse forme di catechesi con diverse categorie di persone (DpC, 2, 242). Si presenta anche come il modello per eccellenza di «un’esperienza di misericordia e di riconciliazione», ha sottolineato Mons. Bulgarelli.

Il Direttorio propone una conversione pastorale per quanto riguarda il catecumenato come processo di iniziazione cristiana. «Innanzitutto – ha spiegato Mons. Bulgarelli – la catechesi durante il periodo del catecumenato si deve allontanare il più possibile dall’istruzione scolastica. La catechesi non è scuola. Non deve dare informazioni su Gesù e la fede cattolica, ma deve prendere forma da un’esperienza pratica, da una formazione nella fede e nel conoscere Gesù attraverso una personale e comunitaria esperienza. Il Direttorio spiega anche che ogni catechesi proposta deve prendere le distanze da ogni forma di imposizione. Non si impone, si propone, si fa appello alla libertà, al dialogo, al confronto, al’ascolto delle domande e alla generazione di risposte alla luce di domande. È il tema della fede dialogica. Inoltre il Direttorio sottolinea l’importanza di una catechesi progressiva. Non bisogna quindi dare tutto subito, ma deve esserci una gradualità. Occorre salvaguardare il graduale ingresso nel mistero di Cristo e della Chiesa, inserendo gradualmente l’individuo in un continuo processo di conoscenza di Gesù».

 

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