“A tu per tu con…” il Sermig di Torino

Il Sermig di Torino è stato al centro del secondo appuntamento di “A tu per tu con…”, il ciclo di incontri organizzati dalla Pastorale giovanile sul tema della relazione. Martedì 26 aprile Daniele Ballarin, membro del Sermig, ha incontrato i giovani presso il Centro Pastorale diocesano di Ancona e ha raccontato la storia del Servizio Missionario Giovani (Sermig), una storia di dialogo, accoglienza e fede. Una storia fatta di volti e di ideali, quelli che hanno reso possibile, per la prima volta nella storia, la trasformazione di un Arsenale militare in una casa di pace. Come ha infatti spiegato Daniele, durante la prima parte della serata, «tutto ebbe inizio a Torino nel 1964 da un’intuizione di Ernesto Olivero, sua moglie Maria e un piccolo gruppo di giovani impegnati contro la fame nel mondo. Pochi mezzi, ma grandi sogni di pace, fraternità e giustizia». Nel 1983, il gruppo entrò per la prima volta nel vecchio Arsenale militare della Città, la fabbrica di armi delle guerre del Risorgimento italiano, della prima e della seconda Guerra Mondiale. Grazie al lavoro gratuito di migliaia di persone fu trasformato in Arsenale della Pace e oggi è «un monastero metropolitano, luogo di fraternità e di ricerca. Una casa aperta al mondo e all’accoglienza delle persone in difficoltà: madri sole, carcerati, stranieri, persone che hanno bisogno di cure, di casa, di lavoro. È una casa per i giovani che cercano il senso per la propria vita. Un luogo di preghiera, dove incontrare Dio.

I giovani hanno incrociato la strada del Sermig sin dagli inizi e continuano a farlo. Uno di questi è stato Daniele Ballarin che ha raccontato la sua storia e l’incontro con il Sermig, l’esperienza di «comunità» che vive ogni giorno e la bellezza di mettere ogni giorno al centro il Vangelo. Ha incoraggiato i giovani a diventare protagonisti della propria vita e ha detto che «ciò che conta è con Chi e come fare le varie attività. Ad esempio la scuola di italiano o l’accoglienza di una famiglia ucraina, conta con Chi e come fai queste cose». Al di là delle opere, è infatti la preghiera continua impastata con la vita il punto di forza del Sermig, diventato anche una fraternità nel mondo e nella Chiesa, la Fraternità della Speranza, composta oggi da famiglie, giovani e consacrati, sacerdoti.

La serata è continuata con la cena, dopodiché Daniele Ballarin ha parlato dell’emergenza in Ucraina e ha raccontato che l’Arsenale della Pace di Torino si è subito attivato per aiutare i profughi. «Tante persone da tutta Italia – ha spiegato – ci hanno chiamato per chiederci come potevano aiutare la popolazione ucraina e abbiamo cominciato a portare materiali, non solo al confine ma anche in Ucraina direttamente alle persone. Abbiamo inviato 1600 tonnellate di materiale con circa 80 tir, grazie a scuole, aziende e volontari che si sono subito attivati per dare una mano. Poi abbiamo portato aiuti anche in Moldavia e in Polonia. L’obiettivo non è solo dare un aiuto, ma anche creare una rete, perche oggi servono i beni materiali, ma domani bisognerà ricostruire e ciò sarà possibile lavorando insieme». All’incontro erano presenti anche don Alessio Orazi, direttore della Pastorale giovanile, e l’Arcivescovo Angelo Spina che ha ringraziato Daniele Ballarin e ha ricordato la sua visita al Sermig, quando Ernesto Olivero lo invitò a pregare dentro la cappellina dell’Arsenale della Pace. Facendo invece riferimento all’emergenza in Ucraina, ha raccontato che «la Caritas diocesana ha seguito e coordinato l’accoglienza di oltre 50 profughi» e che martedì 26 aprile «una mamma e i suoi tre figli, fuggiti dalla guerra, sono stati accolti ad Osimo, in alcuni locali di proprietà della Lega del Filo d’Oro».

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