Celebrata la Giornata mondiale della vita consacrata

Il 2 febbraio, festa liturgica della Presentazione di Gesù al tempio, si celebra anche la Giornata mondiale della vita consacrata e i religiosi e le religiose dell’Arcidiocesi di Ancona-Osimo si sono riuniti nella Cattedrale di San Ciriaco per partecipare alla Santa Messa, presieduta dall’Arcivescovo Angelo Spina, e per ringraziare il Signore per il dono della vita consacrata. Dopo la benedizione e l’accensione delle candele, i sacerdoti in processione hanno raggiunto l’altare e, durante l’omelia, l’Arcivescovo ha invitato i religiosi e i consacrati a «riscoprire e a vivere la solidarietà, la carità e la fraternità».

«Vi sono diversi carismi– ha detto l’Arcivescovo Angelo Spina – e voi oggi siete qui per esprimere la bellezza dell’unità della Chiesa. Voi chiamati dal Signore avete detto: “Tu sei lo sposo della mia vita. Tu sei il mio amore” e avete donato a Dio tutta la vostra vita, con i tre voti di obbedienza, povertà e castità. Obbedienza significa ascoltare quello che Dio dice alla mia vita. L’obbedienza è un ascolto perché Dio ci rivela la sua Parola, Cristo è la parola vivente. L’obbedienza a Dio passa attraverso l’obbedienza alla Chiesa e ad una regola che la Chiesa ha riconosciuto come via buona per diventare santi. L’obbedienza non è una schiavitù, ma è la sorgente della libertà. Povertà non significa non avere le cose, ma essere come Cristo che pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso e si abbassò fino a farsi uomo. È importante avere un cuore aperto a Dio che è il vero tesoro. Poi c’è il voto di castità. Voi avete scelto Gesù come sposo e nell’amore si è fedeli. Voi avete donato a Dio la mente, il cuore, il corpo e la vita. Avete detto al Signore: “Sono tutto tuo/tua”».

«In questo tempo di pandemia – ha continuato l’Arcivescovo – questa celebrazione ci invita a riscoprire e a vivere la solidarietà e la carità verso i fratelli, annunciando il Vangelo, ma è importante anche la preghiera. Dobbiamo pregare per i malati, i medici e gli infermieri, i nostri cappellani e le suore che nelle strutture sanitarie hanno dato la vita. Poi ci sono i gesti della quotidianità, come quelli delle suore di padre Guido che ogni giorno preparano i pasti nella nuova mensa per i poveri, e come ci ha ricordato Papa Francesco nella lettera Fratelli tutti, è importante vivere la fraternità che è il segno più alto della carità. Non siamo uguali, ci sono diversi carismi, ma siamo tutti figli di Dio e dobbiamo accettare le diversità dell’altro. Testimoniamo che siamo una cosa sola, vivendo l’unità e la fraternità. Coraggio, camminate sulle vie di Dio. Vi ringrazio per tutto quello che fate e l’augurio è che possiamo migliorare ogni giorno sulla via della carità e della fraternità».

 

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