2016/03/25: Intervento chiusura Via Crucis Cittadina

Arcivescovo Edoardo Menichelli

Arcivescovo Edoardo Menichelli


INTERVENTO CHIUSURA VIA CRUCIS CITTADINA
(Dalla Cattedrale a Piazza del Plebiscito)
PIAZZALE ANTISTANTE CHIESA S. DOMENICO
Venerdì Santo 25 Marzo 2016
Carissimi a conclusione del sacro rito della Via Crucis, dobbiamo essere consapevoli che non è finita la Via della Croce, che continua ad avere fisionomie, atteggiamenti, disposizioni di spirito simili a quel tempo: l’indifferenza, l’offesa, a tortura e purtroppo la crocifissione.
Vorrei che fossimo consapevoli con serenità, senza mai puntare il dito verso chicchessia ma continuando con serenità libertà e verità a raccontare l’ingiusta condanna di quel tempo e le ingiuste condanne di oggi.
Voi sapete, meglio di me, quanti segni di croce ci sono in giro, li vediamo ogni giorno, ma accanto a questi segni della croce, di martìri, di barbarie, è sempre la stessa persona, la stessa umanità che guarda, si lamenta un po’, fa analisi sociologiche, fa dibattiti, chiede sicurezza, poi richiude la porta come se tutto fosse finito.
E’ necessario che tutti si prenda coscienza della responsabilità che abbiamo di fronte a tutto ciò, faccio un accostamento che vorrei prendeste per il verso giusto.
Tornando oggi a casa mi è passato davanti un furgoncino, sul retro di questo mezzo, vi era la scritta, spero di ricordarmi bene, “Nutrizionismo per cani e gatti”, per carità sono tutte creature di Dio, ma coloro che abbiamo confinato accanto ai fili spinati chi sono? Che cosa mangiano? Questa società tronfia, come diceva un mio confratello Cardinale, sazia, satolla e triste, che cosa fa?
Guarda, critica, si schiera di qua e di là e intanto c’è qualcuno che termina ancora una volta sulla croce.
Esiste un peccato sociale di cui tutti siamo responsabili, noi che preghiamo, quelli che stanno seduti in piazza, coloro che guardano la televisione, coloro che cantano anche se uno oggi è morto ingiustamente, questo è un peccato sociale grave, seriamente grave.
Vi do un secondo pensiero: la prima parte di questo secondo pensiero si collega a quanto detto, congediamoci questa sera pensando alle donne del Vangelo.
Abbiamo ascoltato poco fa, tornano a casa e preparano gli aromi da portare l’indomani dell’indomani; c’è questo rispetto della sacralità del corpo di Cristo, l’unguento che accompagna l’allontanarsi dell’amico, c’é insomma la serietà anche nella morte.
Noi viviamo in una società in cui si dileggia anche la morte, si ride della morte, oppure la si rende enfatica e facciamo lo spettacolo del morire, che purtroppo avviene dentro le chiese, battiamo le mani …
Davanti alla morte occorre solo fare silenzio e pregare.
E’ necessario che portiamo questo unguento nella sacralità della persona umana e quindi anche del suo corpo.
C’è un’altra donna e anche di lei abbiamo ascoltato nelle riflessioni proposte ed è Maria.
Maria la Madre, credo che nessun’altra donna, di quelle che erano presenti, sia stata così vicina al Figlio e alla sua Passione; ma come mai l’evangelista non racconta che anche lei, all’alba del giorno dopo il Sabato, è corsa al sepolcro? Era una madre snaturata? No! E’ l’unica donna credente, non va al sepolcro perché sa quel Figlio non è lì; come ci dice Papa Francesco viviamo un pò tutti una stagione di malessere, però custodiamo la speranza e solo coloro che custodiscono la speranza riescono anche a costruirsi la libertà. Questa società è molto prigioniera di cose che non la rendono libera, prigioniera di parole che non si dicono; nella prigionia di un non qualificarsi mai, di restare sempre nella nebbia, prigionia che tutto va bene; se uno ruba o non ruba è sempre la stessa cosa, c’è una corruzione che non è solo della politica, ma di tutta la società che ha perso la speranza.
A noi, carissimi tutti, tocca di rimettere speranza nella storia di oggi!
Vi ringrazio molto di questa testimonianza e vorrei che da stasera si faccia un po’ di silenzio nella vostra vita.
Fate silenzio, se avete un crocifisso guardatelo e poi domenica gioite nel vostro cuore e nel vostro volto: perché Colui in cui credo è vivo. Scandalizziamo questo mondo! Solo così saremo lievito sufficiente e utile.
†  Edoardo Arcivescovo
(Il testo è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’autore ).