2016/06/06: Riprendere la strada della compagnia misericordiosa

Arcivescovo Edoardo Menichelli

Arcivescovo Edoardo Menichelli


ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA
PASQUA DEL LAVORATORE 2016
(At 5, 27b – 32.40b-41; Sal 29 ; Ap 5, 11-14; Gv 21,1 -19)
A.C.R.A.F. S.p.A.
Lunedì 6 Giugno 2016
Grazie per questo invito che molto mi onora e che mi fa sentire sempre più vicino a questa vostra azienda che è nobiltà della città e anche benessere per voi e speranza per molti malati.
Sono aiutato molto dal brano della prima lettera di Pietro apostolo che scrive ai cristiani, le sue parole sono come quelle di un buon papà che dice ai figli: “fate in modo di essere bravi, comportatevi così.”
Lui mette come orizzonte di lettura una frase che un pò ci spaventa:
“Carissimi la fine di tutte le cose è vicina!” ed è un grande atto di coraggio che ha l’apostolo, che secondo me è particolarmente necessario oggi.
Ci piaccia o no, siamo tutti caduti dentro una storia di onnipotenza.
Oggi non si può più parlare della temporaneità, non si può più morire, perché ti fanno la causa per vedere di chi è la colpa; basta avere una tecnologia avanzata per essere quasi onnipotenti, questo sarebbe poco male, il problema è quello che ne deriva dopo, perché se uno si sente onnipotente vuol fare come gli pare.
Vi è mai successo di dire questa frase? “La vita è mia e faccio quello che mi pare”?
Chi l’ha fatto occorre che vada a confessarsi, non perché voglia svendere la vita che ha ricevuto come dono, ma perché dentro questa frase non c’è alcun elemento utile a far si che quella la vita la costruisca ad un certo modo, l’arricchisca di certe cose e soprattutto la orienti verso una dimensione di compagnia, di solidarietà condivisa.
Soprattutto c’è il grande difetto di questa sorta di assenza di eticità, perché accanto a quella frase detta poc’anzi ne abbiamo aggiunte altre:  “Che male c’è?” “Fanno tutti così!” e l’altra frase, curiosa, è: “Sto a posto con la legge”, perché ci siamo fatti tutti delle leggi che ci accontentano tanto che, come ho già detto qualche mese fa, poi alcuni politici me l’hanno ripresa, siamo arrivati ad un punto che ogni desiderio diventa diritto.
Ho fatto un quadro che forse può essere eccessivo, però noi siamo in questa situazione; possiamo trovare la medicina? Sicuramente sì!
Pietro ci dà la medicina, certamente noi non possiamo prendere questo suggerimento alla lettera, perché sembrerebbe che qualcuno debba diventare inoperoso, la frase è: “Dedicatevi alla preghiera!”
Che cosa significa? Vuol dire vivete alla presenza di Dio, della sorgente della morale, del comportamento, solo Lui può dire a tutti noi: “Amatevi come io vi ho amato!” mettendo questa frase come regola della vita per tutti.
Al di sopra metteteci quest’altra regola: “Prendete me come sorgente di comportamento.”
Come posso tradurre questo, in un luogo così famigliare come il vostro? Non abbiate paura di Dio!
Se avete figlioli adolescenti, giovani, cercate di educarli a questa lettura della dipendenza, che non è sottomissione (la sottomissione non piace a nessuno, perché tutti siamo fatti liberi), ma la dipendenza è in riferimento a Qualcuno.
Queste cose le capite di più sul piano educativo – famigliare, se un figlio vi dice che di quello che dite voi non gliene importa nulla è ovvio che ci si arrabbi.
Allora da questo atteggiamento che si manifesta nella quotidianità, partite per fare un suggerimento di altro tipo.
Il primo suggerimento che vi do alla luce di quello che dice Pietro è: allearsi con Dio.
Noi dobbiamo costruire una storia pacificata, noi invochiamo la pace e invece costruiamo sempre una storia conflittuale e Dio ascolta i suoi figli obbedienti.
Il secondo suggerimento è quello per liberarsi da questa onnipotenza del vivere.
Qui lo esprimo con una frase curiosa e vorrei che la metteste in pratica anche voi: conservate fra voi una carità fervente, e notate che frase aggiunge “quia caritas operit moltitudinem peccatorum”, “l’amore copre una moltitudine di peccati”, quindi per vivere una storia alleata con la storia di Dio occorre che tra noi si recuperi una corresponsabilità solidale.
Questo discorso lo si capisce nella fattualità di azioni umane, oggi si dice il valore di un’azienda è la persona, lo hanno capito tutti, ma la mia frase è guardare l’habitat dove vivo, la società dove sto.
Tutto sommato questa maledetta crisi, a molti di noi, è passata a lato, nella nostra società quelli che, tutto sommato hanno avuto sempre una certa tranquillità se ne sono, permettetemi la parola, ‘fregati’ e gli altri?
Spero che mi comprendiate: cosa significa in una società la solidarietà, la corresponsabilità solidale?
Questo non lo si capisce!
Io vengo da una stagione ben riconoscibile, quando nelle nostre case si mangiava una volta sola e si ringraziava il Signore, come siamo cresciuti?
Attraverso una responsabilità solidale; a mia mamma, che faceva la sarta, la vicina portava le uova, era una corresponsabilità solidale perché c’erano una parità di situazioni; in una società dove ci sono gli squilibri che abbiamo tutti noi se non rientriamo, ripeto, in una corresponsabilità solidale, la strada non sarà breve.
Questo è il secondo suggerimento per essere nella logica evangelica.
C’è un’ultima cosa che è legata a questo suggerimento appena detto.
Quest’anno è l’Anno Santo della Misericordia, però questa Misericordia non è solo un rito da compiere, la Misericordia che Papa Francesco ci sta ‘inoculando, dalla mattina alla sera, non è un mero chiedere perdono per i propri peccati, ma un riprendere la strada della compagnia misericordiosa.
Occorre, benedetti figlioli, abbandonare i conflitti e questo è un pensiero che mi tormenta; io non conosco le vostre storie … perdonatemi, ma quante storie nate tempo fa, dopo anni di convivenza per verificare l’”intesa”  e anche con figli al seguito, d’improvviso finiscono con la frase emblematica “tesoro mio non ti sento più …!”. Ma che cosa significa?
Capisco che all’interno di una relazione di coppia ci siano conflitti, (solo i morti non hanno più conflitti nella vita), però se accanto all’altro ci si assumesse con responsabilità il dialogo!
Se si avesse una reale conversione del cuore, riconoscendo la misericordia all’altro, quella che Dio riconosce nei nostri confronti!
Per vivere bene occorre seguire questi tre suggerimenti che vi ho detto e che, in conclusione, vi ripeto: allearsi con Dio, corresponsabilità solidale e misericordia.
Amen!
†  Edoardo Arcivescovo
(Il testo dell’omelia è stato trascritto direttamente dalla registrazione, senza revisioni da parte dell’autore)