Il beato Gabriele Ferretti è il compatrono della città di Ancona. Il corpo del santo è custodito nella chiesa della parrocchia di S. Giovanni in Ancona. Il parroco, don Carlo, ha invitato la comunità parrocchiale e gli anconetani a partecipare ai diversi momenti celebrativi. L’Arcivescovo Angelo, durante la celebrazione del sabato sera, ha invitato i fedeli a guardare alla figura del beato Gabriele che ha saputo rinunciare alla sua nobiltà per dedicarsi ai poveri e farsi strumento di pace in un tempo di miseria e di discordie e a invocarlo affinchè protegga Ancona.
Il Beato Gabriele nacque ad Ancona nel 1385 dalla nobile famiglia dei Conti Ferretti. Il Conte Liverotto, suo padre, e Alvisia, sua madre, educarono Gabriele alle più squisite virtù cristiane, specialmente alla purezza che traspariva dal suo comportamento angelico. A 18 anni si fece Religioso Francescano nell’Ordine dei Frati Minori.
Fu lo stesso San Francesco, in partenza dal porto di Ancona per la Palestina, ad indicare il colle di Capodimonte come il luogo ove edificare un conventino, ove già esisteva un oratorio alla Vergine Immacolata. I Frati Minori incominciarono così ad abitare il bosco dei pini.
Quella cima verde aveva richiamato il cuore di Gabriele: fu lassù che l’idillio del Conte Ferretti con la mistica Signora degli angeli sfociò in apparizioni e meraviglie. Nutrì infatti tenera devozione per la Vergine Santissima, che spesso gli appariva col Bambino Gesù tra le braccia nel silenzio della cella o nel bosco dei pini del Convento, in mezzo a schiere di angeli. Certamente, queste erano “apparizioni private” del Beato Gabriele e non sono state “ufficialmente” dichiarate (come Lourdes e Fatima): però sono ugualmente e certamente “vere”, perché fanno parte della sua “biografia”, canonicamente “approvata” con la “beatificazione” (avvenuta il 9 settembre 1753 da parte del Papa Benedetto XIV)!
A colloquio con i confratelli, egli parlava sempre di Maria; scendendo verso la sua città di Ancona invitava i fanciulli ad onorare Maria; quando istruiva il popolo, si faceva, dal pulpito, cantore innamorato delle glorie di Maria; esortava tutti alla devozione più tenera e all’amore più cordiale per la Madre del Divino Amore!
Fu ascendente del Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti). Il Beato Pio IX è a tutti ben noto quale ruolo fondamentale abbia avuto nella storia della Chiesa e dell’Italia, ma è pressoché del tutto sconosciuto anche il ruolo che ha avuto nella sua vita l’intercessione e la protezione ricevuta da questo suo “santo” “ascendente”, il Beato Gabriele Ferretti, le cui spoglie – da secoli “incorrotte” – si venerano in Ancona nella Chiesa di San Giovanni Battista.
Il Beato Pio IX, infatti, di madre anconitana, ha una “ascendenza” tutta “anconitana”, attraverso i Conti Ferretti di Ancona, che provengono ancora più remotamente dalla Svizzera e dalla stirpe germanica.
Il Beato Gabriele era molto venerato dal Beato Pio IX, ed è indubitabile che dal Paradiso – nella “verità” della “Comunione dei Santi” – sia stato proprio il Beato Gabriele ad intercedere presso Dio e la Vergine Maria per l’ascesa al Pontificato del suo “discendente”, guidandone poi e proteggendone l’azione – per il bene della Chiesa, dell’Italia e dell’Umanità – durante il suo lunghissimo e spesso “drammatico” Pontificato.
Il Beato Gabriele era chiamato l’Angelo di Ancona, per la sua angelica purezza, per la sua umiltà, per la sua bontà, per lo spirito di “profezia” che possedeva e per gli straordinari miracoli che accompagnavano il suo apostolato, soprattutto in mezzo al popolo umile e sofferente della città: al suo semplice segno di croce, infatti, tanti malati guarivano miracolosamente e i peccatori alla sua predicazione si convertivano, in tutte le Marche. Egli era chiamato il padre dei poveri, l’angelo del conforto, il taumaturgo, l’innamorato di Maria Santissima. Egli passava di porta in porta, penetrando nei tuguri per consolare gli afflitti di ogni specie. Egli passava come una visione di pace e, tra le opposte fazioni dell’Ancona quattrocentesca, egli divenne il punto in cui gli uomini incontrandosi si ritrovavano fratelli. Egli fu l’Apostolo presente su tutti gli spalti, infaticabile. Attaccatissimo alla Chiesa e alla Patria, egli fu chiamato a difenderle dagli errori e dai nemici, insieme a San Bernardino da Siena, a San Giacomo della Marca, a San Giovanni da Capestrano ed altri Santi e Beati dell’epoca. Sapientissimo, assisteva il Senato Anconitano che a lui ricorreva nelle cose più gravi per il buon governo della città, e divenne il consigliere e il confidente anche dello stesso Vescovo di Ancona, il Beato Antonio Fatati.
La figura del Beato Gabriele è tutt’oggi attualissima e potrebbe persino essere proposto anche come “Patrono dei Giovani che devono fare una scelta di vita”, perché, contrariamente a quanto fece il giovane del Vangelo, egli lasciò le sue grandi ricchezze e seguì Gesù nella povertà e nell’umiltà, divenendo così esempio e stimolo per “i giovani” che devono operare una scelta di vita per seguire Gesù nella rinuncia ai beni terreni (cfr. Mc.10,17-31).
In proposito il Beato suscitò, durante la sua vita, così tante “vocazioni” alla “vita consacrata” da rendere necessaria nelle Marche l’apertura di nuovi Conventi per “accoglierle”. Lo stesso Beato Gabriele costruì ed ampliò il Convento di Capodimonte di Ancona, nel cui bosco gli appariva la Vergine Maria con il Bambino benedicente.
Il 12 novembre 1456, dopo una vita piena di virtù e di miracoli a favore degli umili e dei sofferenti, dolcemente spirava. San Giacomo della Marca, che era un suo intimo amico, ai funerali solennissimi ne fece l’elogio dinanzi al Vescovo, al Senato e al popolo anconitano. In seguito egli raccolse ben 63 miracoli compiuti dal beato Gabriele dopo la sua morte e validi, perciò, anche per la canonizzazione definitiva.
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