L’acqua è vita: custodiamo il nostro mare

Migliaia di universitari hanno partecipato questa mattina (4 ottobre), nell’aula magna dell’Ateneo, al convegno “L’acqua è vita: custodiamo il nostro mare”, promosso dall’Arcidiocesi di Ancona-Osimo in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e la Regione Marche. Nella festa di san Francesco patrono d’Italia, si sono voluti ricordare gli 800 anni dalla partenza del santo dal porto di Ancona per la Terra Santa, con un incontro ricco di spunti per riflettere sulla salute del mare, il problema delle specie che stanno scomparendo, la salvaguardia dell’ambiente, la geografia del clima, i disastri ambientali e le migrazioni che ne conseguono.

Dopo avere letto una parte del Cantico delle Creature scritto da san Francesco, l’arcivescovo di Ancona-Osimo Mons. Angelo Spina, ha ricordato alcune parole dell’enciclica Laudato sì scritta da papa Francesco nel 2015: “La terra, questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. Dimentichiamo che noi stessi siamo terra. Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora. La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune”. «La partenza dal porto di Ancona di san Francesco ci fa riflettere – ha detto l’arcivescovo – perché lui solcando il mare ha tracciato un rotta meravigliosa. Lui ha vinto la paura e si è aperto all’incontro e al dialogo. Una rotta quanto mai attuale che ci invita a promuovere l’ecologia integrale. Il 25 settembre ho partecipato all’udienza a Roma dal Papa e lui mi ha detto: “Prendetevi cura del mare, curate il mare”».

«Siamo impegnati in difesa dell’ambiente – ha sottolineato Sauro Longhi, rettore dell’Università Politecnica delle Marche – soprattutto in aula attraverso i nostri corsi ma non solo. Molte delle nostre scelte sono orientate alla sostenibilità. Abbiamo creato un progetto dal nome “Univpm sostenibile” all’interno del quale sviluppiamo azioni verso la mobilità sostenibile, l’uso appropriato della plastica con la distribuzione delle borracce e la sensibilizzazione dei nostri studenti sul tema. Inoltre abbiamo tanti progetti di ricerca che vanno in questa direzione, alcuni raccontati oggi come il restauro del mare o il recupero e il riutilizzo dell’acqua». Il convegno è stato moderato da Erasmo D’Angelis, giornalista e segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Italia, mentre i saluti istituzionali sono stati affidati a Susanna Dini, presidente del Consiglio comunale di Ancona; Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche; Rodolfo Giampieri, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale; Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio; Luigi Piccioli, vice Comandante regionale della Guardia Costiera e Stefania Tibaldi, dirigente della Regione Marche.

Anna Laura Eusebi, docente dell’Univpm, ha dato il via alle relazioni mettendo in evidenza l’esigenza urgente di passare dall’antropocentrismo all’ecocentrismo. Il prof. Roberto Danovaro, direttore della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e docente dell’Univpm ha parlato della vita nel mare con le numerose specie che stanno scomparendo. «Il nostro mare è sotto attacco – ha detto Danovaro – per via dell’azione dell’uomo e per l’impatto dei cambiamenti climatici, ai quali si sommano la plastica, i rifiuti, l’utilizzo delle risorse e la distruzione degli habitat. Dunque cosa fare? Innanzitutto educare e proteggere di più il nostro mare. Dobbiamo investire per il restauro ambientale. La natura è ricca ma stanca. Ci offre tantissimo in quanto abbiamo un’economia che dipende molto dalle risorse che prendiamo dal mare, ma è stanca di essere trattata male e di essere danneggiata». Francesco Lalli dell’Ispra ha messo in relazione il Cantico e le Direttive per la protezione ambientale marina. Fausto Marincioni, docente della Politecnica, ha introdotto il concetto del diritto ad un ambiente sano e dell’esigenza di far tornare la natura “di moda” per poter sensibilizzare le persone alla sua salvaguardia. Infine Pierluigi Malavasi, direttore dell’Alta Scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha parlato dell’importanza della ricerca, della formazione e della conversione per un’ecologia integrale. «Le questioni ambientali hanno messo in luce la carenza di cura per il genere umano – ha detto Malavasi – Papa Francesco ci chiede attraverso l’ecologia integrale di essere ciascuno di noi strettamente connesso con l’altro, con la dimensione della sostenibilità innanzitutto intesa come amicizia civile e rispetto profondo per l’altro e per i più poveri. Allora oggi servono nuove competenze verdi, nuovi profili formativi per generare sviluppo e cura della casa comune».

Ha preso la parola anche Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori Pubblici e Infrastrutture del Senato, mentre le conclusioni sono state affidate ad Alessia Morani, Sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico. «Con il progetto “Green New Deal” abbiamo voluto orientare la nostra azione di governo – ha detto Alessia Morani – verso la transizione ecologica e tutto ciò che può orientare le imprese a fare investimenti verdi, perché riteniamo che serva una nuova cultura ambientale che permei tutti i settori, soprattutto quello dello sviluppo che può essere anche strategico. Per questo abbiamo chiesto all’Europa di scorporare dal deficit tutti gli investimenti verdi».