Ricordati a Passatempo i cento anni della lapide posta sulla facciata della chiesa di via Paradiso con i nomi dei caduti nella Prima Guerra Mondiale.

Con l’Arcivescovo Angelo, presenti le massime autorità civili e militari osimane.

Cento anni or sono i passatempesi, per un preciso impegno della Croce Bianca, posero sulla facciata della chiesa di san Giovanni Battista in via del Paradiso, una lapide con 33 nomi dei suoi figli caduti durante i combattimenti della Prima Guerra Mondiale 1915/1918.

Per ricordare l’avvenimento Il parroco don Claudio Marinelli ed il vice don Carlo Gabbanelli, con la preziosa collaborazione dell’archivista parrocchiale Giuseppe Lanari, profondo conoscitore della storia locale, hanno organizzato una cerimonia a cui ha partecipato sua ecc. Mons. Angelo Spina Arcivescovo Metropolita Ancona-Osimo che ha presieduto la celebrazione eucaristica, il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni con il Gonfalone, le autorità militari, le autorità scolastiche, le associazioni del volontariato di Osimo e singoli cittadini.

“Questa solenne celebrazione liturgica presieduta dal nostro Arcivescovo – ha detto in apertura Giuseppe Lanari – con la presenza delle massime autorità civili, militari, scolastiche e associative della nostra comunità è il degno coronamento di un percorso didattico delle nostre scuole (Infanzia, Primaria e Secondaria di I grado) iniziato circa 22 anni fa con la partecipazione, allora, di una sola classe di scuola elementare per poi proseguire negli anni successivi coinvolgendo tutti i plessi e tutte le classi. Abbiamo iniziato, alla fine degli anni novanta del secolo scorso, con “Adotta un Monumento” della Regione Marche per poi aderire, dal 2014/2018, al Centenario della Prima Guerra mondiale. Progetto Nazionale del ministero della difesa “Albo d’oro” con il MIUR e l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica e della Presidenza del Consiglio”.

L’omelia dell’Arcivescovo Angelo ha avuto come motivo conduttore la parola “pace”. Ha ricordato come le 33 vittime della Prima Guerra Mondiale, i cui nomi sono scolpiti sulla lapide, sui 1800 abitanti di Passatempo di quegli anni, rappresentassero il 2% dell’intera popolazione, ma erano i più giovani, coloro che avrebbero dovuto avere in mano il futuro della comunità. Ed allora rivolgendosi ad un gruppo di ragazzi presenti e commentando la prima lettura ha sottolineato la loro responsabilità nella costruzione di una comunità di fratelli che si riconoscono figli dello stesso Padre: Dio. Li ha spronati a cercare il bello della vita creando momenti di gioia per tutti.

“Mi è difficile immaginare, – ha affermato l’Arcivescovo – guardando il vostro sguardo intelligente e leale, che in mezzo a voi qui in Osimo o in Ancona, possano esservi ragazzi che si rendano protagonisti di episodi di bullismo o di altro genere di violenza. In questa bella valle deve abitare della bella gente che nel futuro sarà rappresentata da voi che saprete custodire la concordia e la pace. Quando, fra cento anni, passerò per Passatempo, perché ci passerò, anche se la vedrò dall’alto, voglio vedere se avete raggiunto questo risultato”.

Passando al commento del Vangelo l’Arcivescovo ha sostenuto che Gesù afferma senza mezzi termini che nella vita ci sono due scelte o si sceglie il denaro o si sceglie Dio. Pur non condannando il benessere e la ricchezza, l’Arcivescovo ha sottolineato come il denaro sia il principale responsabile di episodi che vanno dalla gelosia alla litigiosità e spesso alla divisione tra fratelli e tra famiglie. Il denaro non deve essere un fine, ma un mezzo che serve per vivere e per aiutare i poveri.

Alla fine della Messa l’Arcivescovo ha benedetto la lapide con i 33 nomi e la pergamena con i nomi dei 24 parroci della parrocchia san Giovanni Battista fondata poco dopo il Concilio di Trento nel 1575.

Il sindaco Pugnaloni ha ricordato le vittime di quella Guerra combattuta per la libertà, mettendo in relazione il fatto che due giorni dopo che il treno portò le spoglie del Milite ignoto da Aquileia al saccello dell’Altare della Patria, 4 novembre 1921, il 6 novembre 1921 a Passatempo si pose questa lapide che è ricordo e monito.

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