Visita pastorale: santa messa e incontro con la comunità del Poggio

Nel corso della visita pastorale a Camerano, domenica 11 giugno Mons. Angelo Spina ha presieduto la santa messa nella parrocchia del Poggio, durante la quale due ragazze hanno ricevuto il sacramento della cresima. All’inizio della celebrazione, il parroco don Aldo Pieroni ha spiegato che in questi giorni l’Arcivescovo sta conoscendo e incontrando i fedeli e le realtà che vivono nel territorio delle parrocchie di Camerano, del Poggio e di Massignano. Questa mattina è stata dedicata proprio alla comunità del Poggio, una frazione di Ancona che si trova all’interno del Parco del Conero e domina la famosa Baia di Portonovo.

In occasione della solennità del Corpus Domini, Mons. Angelo Spina ha oggi parlato dell’importanza dell’eucaristia e ha sottolineato che «il bisogno che ognuno di noi si porta dentro è quello di non essere soli. Noi abbiamo bisogno degli altri, di costruire relazioni. Gesù ha promesso agli apostoli: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” e ha mantenuto fede a questa parola proprio attraverso l’eucaristia. Gesù nel mistero dell’eucaristia continua a ripeterci: non abbiate paura, non siete soli. Qualunque cosa accada nella vita non siamo soli. È la presenza del Signore la nostra forza». Ha quindi spiegato che «chi vive l’eucarestia impara ad amare. Quando riceviamo la comunione, Gesù riempie i nostri cuori del Suo Amore e siamo poi chiamati a donarlo agli altri, attraverso il bene quotidiano, prendendoci cura del marito, della moglie, dei figli, degli anziani. Come Gesù si è donato a noi, siamo chiamati a spezzarci per gli altri. Non si tratta di sacrificarsi. Il sacrificio cristiano ha un altro nome, si chiama dono di sé, questo ha fatto Gesù, ha donato se stesso. Chi vive l’eucarestia impara quindi ad amare e a essere un operatore di pace, non a sacrificarsi. Partecipare alla santa messa non è un dovere, ma è l’incontro con Gesù che ci dona il suo amore. Nei momenti più difficili della vita, ripetiamo: “Resta con noi Signore”».

Mons. Angelo Spina ha poi parlato del sacramento della cresima e ha invitato le due ragazze, Alice e Melanie, a «lasciarsi guidare dallo Spirito Santo che è Signore e dà la vita». Ha poi fatto l’esempio della torta di compleanno: «Se la volete mangiare tutta voi, non pensate agli altri. Senza lo Spirito Santo si vive solo una vita materiale e, quindi, vuota. Si pensa solo a se stessi. Lo Spirito Santo dona invece armonia e, quando abbiamo l’amore di Dio nel cuore, condividiamo la torta con gli altri. È quindi importante invocare lo Spirito Santo e alimentare la vita spirituale». Facendo poi riferimento al sacramento del matrimonio che presto vivranno le due ragazze, ha spiegato che per sposarsi è importante passare dall’innamoramento all’amore, da “Ti voglio bene” a “Voglio il tuo bene” e ciò accade quando si decide di donare la propria vita all’altro. Quando si dice “Ti voglio bene” non si mette al centro l’altro, ma se stesso. Si percepisce l’altro come necessario, indispensabile. Bisogna quindi passare a “Voglio il tuo bene”, mettendo al centro l’altro. Noi siamo fragili e lo Spirito Santo ci aiuta ad amare veramente l’altro». Dopo l’omelia e il rinnovo delle promesse battesimali, c’è stata l’imposizione delle mani: Mons. Angelo Spina, don Aldo Pieroni e don Lorenzo Rossini hanno steso le mani sulle due cresimande e hanno invocato su di loro lo Spirito Santo. Le due ragazze, accompagnate dalle loro madrine, hanno poi raggiunto l’altare. Qui Mons. Angelo Spina ha intinto nel crisma l’estremità del pollice della mano destra e ha tracciato un segno di croce sulla loro fronte, chiamandole per nome.

Dopo la santa messa c’è stato l’incontro con la comunità del Poggio che ha raccontato le difficoltà che vive, dal calo degli abitanti ai giovani che sono andati a vivere in altre zone, dalla mancanza di servizi ai vincoli che impediscono le ristrutturazioni e le nuove costruzioni. Dopo averli ascoltati, l’Arcivescovo li ha incoraggiati a vedere «le cose belle del Poggio, una frazione vicina al mare, con una forte identità, dove tutti si conoscono e possono aiutarsi l’un l’altro. I problemi di cui avete parlato sono gli stessi che si vivono anche nei centri urbani, dal calo demografico alla chiusura delle piccole attività. Stiamo vivendo un cambiamento di epoca, ma la cosa importante è che ci sia sempre un’attenzione alle persone. Al centro devono esserci le persone, non gli interessi e gli affari». La mattinata è terminata con il pranzo nel teatrino del Poggio, dove la comunità si è riunita e ha vissuto un bel momento di condivisione e fraternità.

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