Primo presepe vivente a Santa Maria della Piazza

In questo periodo in molte località delle nostre zone si realizzano presepi viventi. Avendone visitati alcuni, posso dire che sono spesso bellissimi, davvero ben fatti e molto curati. Al termine della visita, però, mi emerge spesso la domanda: “Cosa siamo andati a vedere?”. Il rischio è di perdersi nelle ambientazioni e di ricordarsi più i mestieri del tempo, le locande di allora, dove magari si è anche assaggiato prodotti tipici, che non il Festeggiato. È il rischio di sempre, della nostra stessa vita. Ieri, al centro di Ancona, nell’incantevole cornice della chiesa più antica della città, ho visto, invece, un presepe particolare, che tanto mi ha ricordato il primo realizzato a Greccio da San Francesco. Nel sagrato della chiesa di Santa Maria della Piazza, il Movimento Fides Vita, ha proposto la rappresentazione della Natività: una stalla, tanta paglia, un bue, un asino, una mamma, un papà e un bambino. Tutto qui. E poi i pastori, “quei fortunati” – così li definisce Manzoni nell’inno “Il Natale” – che “senza indugiar, cercarono l’albergo poveretto, e videro siccome a lor fu detto, videro in panni avvolto, in un presepe accolto, vagire il Re del Ciel”. Insieme a loro, poi, si sono inginocchiati i magi porgendo i loro doni. E così, dalle 17.30 alle 19.30 è proseguita l’adorazione, accompagnati dai bellissimi canti proposti dal coro presente e intervallati da letture che aiutavano a restare di fronte all’Avvenimento del Natale. C’è stato un passaggio continuo di persone che si sono fermate per qualche istante o anche a lungo, in ascolto, in preghiera o semplicemente attratti dalla bellezza di ciò che si svolgeva di fronte ai nostri occhi. Il freddo pungente e il bimbo che spesso piangeva ci hanno fatto sentire la realtà di quella notte in cui Dio si è fatto davvero Carne ed è proprio venuto ad abitare in mezzo a noi. Prendendo la parola in un momento di saluto Mons. Angelo Spina, Arcivescovo di Ancona-Osimo, che ha accolto con entusiasmo e gratitudine la nostra proposta ed era presente, diceva: “la rappresentazione ci ha fatto vedere e sentire quello che dice il noto e amato canto: Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo, e vieni in una grotta, al freddo e al gelo. O Bambino, mio divino, io ti vedo qui a tremar. O Dio beato, ahi quanto ti costò l’avermi amato…”. A colpire particolarmente è stata la semplicità e al contempo la solennità del gesto posto nel cuore della città, nei pressi della strada, andando così incontro non solo ai convenuti ma anche ai casuali passanti, perché Gesù è venuto per tutti, come ci mostra la chiamata di pastori e magi. “Troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia” – disse l’angelo ai pastori sulle colline di Betlemme. “Solo” questo abbiamo visto ieri anche noi, come “Giuseppe e Maria che guardando il bambino Gesù percepivano la presenza di Dio nella loro vita… Il modo di agire di Dio quasi tramortisce, perché sembra impossibile che Egli rinunci alla sua gloria per farsi uomo come noi. Che sorpresa vedere Dio che assume i nostri stessi comportamenti: dorme, prende il latte dalla mamma, piange e gioca come tutti i bambini!” (Papa Francesco, Admirabile signum). Dio non viene innanzitutto a cambiare le circostanze della nostra vita ma viene lì, nella “notte” della nostra vita, nella “stalla” della nostra vita, lì dove soffriamo e fatichiamo, proprio lì viene. “È dentro la notte che sorge il giorno della presenza di Cristo, è nelle tenebre che risplende la luce della presenza di Gesù… Questo è il cristianesimo, questo è Gesù; ed è nella sua presenza viva – che vive dentro la nostra esistenza e cammina con noi fin dentro le tenebre della nostra vita – la possibilità della gioia del cuore dentro qualsiasi condizione… Tutta la gioia del cuore è possibile – è possibile adesso, in ogni adesso, dentro ogni e qualsiasi condizione – perché è il Signore presente ed è nel Signore presente” (Nicolino Pompei, Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena). Senza nulla togliere a tutti gli altri bellissimi presepi viventi delle nostre zone, quello di ieri, a Santa Maria della Piazza ad Ancona, ha avuto la particolarità di aiutare i visitatori a guardare Gesù, a stare lì davanti a Lui chiedendo il cuore e lo sguardo di quei primi prediletti che Lo accolsero e Lo adorarono, per poi tornare a vivere con la certezza della Sua presenza. Speriamo che questo gesto semplice, diventi una tradizione per la nostra città.

Barbara Braconi (Fides Vita)

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